Per stabilizzare e far crescere le comunità di lingua francese fuori dal Québec, il Canada da tempo ha definito soglie minime d’immigrazione francofona — una sorta di proporzionale linguistica —, che recentemente sono anche state sensibilmente elevate. Fondamentalmente, la percentuale di persone di lingua francese nella popolazione immigrante ora dev’essere maggiore che nella popolazione residente.
Ma ciò non basta: grazie a un’analisi commissionata dall’Istituto per la cittadinanza canadese si è ora scoperto che gli immigrati francofoni tendono a lasciare il paese in misura nettamente maggiore rispetto a quelli anglofoni e agli alloglotti, il che contribuisce al declino delle comunità di lingua francese. A lungo termine, ben il 35% dei francofoni immigrati lasciano il Canada, anche se, indipendentemente dalla lingua, il maggior numero di quelli che tornano all’estero lo fanno nei primi 2-5 anni.
Gli autori del rapporto giungono alla conclusione che oltre ad attrarre immigrazione francofona, bisognerà lavorare per migliorare la «capacità di ritenzione», onde fermare l’esodo di queste risorse così importanti per le comunità minoritarie. E l’Istituto per la cittadinanza canadese chiede che in futuro, oltre al numero di coloro che arrivano, si guardi anche al numero di quelli che rimangono.
Dal Ministero federale dell’immigrazione hanno già fatto sapere che studieranno con attenzione i risultati della ricerca e sono pronti a discutere di eventuali contromisure. Saranno analizzate anche le differenze tra le varie province, per capire perché in alcune di loro gli immigrati di lingua francese sono più propensi a rimanere che in altre, in modo da capire se esistano delle buone pratiche replicabili anche altrove.
C’è già comunque chi propone che le quote di ritenzione dell’immigrazione francofona vengano rilevate annualmente e che se ne tenga conto, automaticamente, nella definizione delle soglie minime di immigrati che parlano il francese: più francofoni lasciano il paese, più elevato dovrà essere il numero di nuovi immigrati che parlano la lingua di Molière.
Tutto questo mentre in Sudtirolo la contrazione dei gruppi linguistici tedesco e ladino non sembra interessare nessuno.
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