A fine marzo avevo fatto notare che dall’avvento di Paolo Sartori, la questura di Bozen/Bolzano non aveva pubblicato nemmeno un unico comunicato stampa in lingua tedesca, mentre quelli in lingua italiana erano ben 52. Oltre quattro mesi più tardi non solo la situazione non è cambiata di una virgola, ma non è nemmeno mai stato aggiornato il sito. Mentre nella versione italiana della pagina, come questore, figura correttamente Sartori, dalla versione solo in piccola parte tradotta in tedesco risulta ancora il suo predecessore, Andrea Valentino:
Screenshot delle versioni in italiano (sopra) e tedesco (sotto) del sito della questura di Bozen/Bolzano
Questo — oltre ai veri e propri insulti — è un modo assai effettivo e diretto per far comprendere il totale disprezzo per la popolazione maggioritaria di questa terra e i suoi diritti, proprio mentre il Governo sudtirolese continua a tessere le lodi del nuovo questore-sceriffo (e addirittura a mettere a disposizione il proprio personale, in modo da assicurare un minimo di funzionalità a un servizio ormai fatiscente, invece di esigere il passaggio di competenze).
Al contempo, il Landeshauptmann e l’assessora alla sicurezza insistono a chiedere — come ormai invano da decenni — più poliziotti bilingui, quando è evidente che da parte dello stato non c’è la benché minima volontà di rendere bilingui nemmeno le informazioni più fondamentali, come appunto quelle «statiche» del sito della questura. Oltre alle belle foto con i vari ministri dell’interno non è mai stato raggiunto nulla di sostanziale.
Per quanto riguarda l’autonomia e il bilinguismo sembra quasi che nessuno abbia il coraggio di dire che ormai il re è nudo.
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