Con una degna cermonia ufficiale, accompagnata da un concerto e organizzata dal Governo spagnolo di Pedro Sánchez (PSOE), giovedì scorso a València alle famiglie delle vittime del franchismo sono stati consegnati degli attestati «di riconoscimento e riparazione». Ben due ministri, quello alla Politica territoriale e Memoria democratica, Ángel Víctor Torres Péres (PSOE) e la sua collega Diana Morant (PSOE), responsabile di Scienza, Innovazione e Università e proveniente dal País Valencià, hanno portato le scuse ufficiali dello Stato e hanno consegnato, in prima persona, gli attestati ai famigliari commossi.
In occasione di questo evento, oggi voglio ribadire, assieme alla mia compagna, ministra Diana Morant, l’impegno del Governo spagnolo, del Consiglio dei ministri e del Presidente del Governo, Pedro Sánchez, a continuare nello sviluppo e rafforzamento ulteriore della Legga sulla Memoria democratica. Non faremo passi indietro. Questa è una cerimonia di commemorazione e omaggio delle — e lo dico chiaramente: — vittime. Loro e i loro famigliari. Persone che sono state umiliate, maltrattate e assassinate per aver difeso la libertà e l’ordine costituzionale di allora e di cui anche oggi noi godiamo; che hanno dovuto vivere, per tanti anni oltrettutto, con lo stigma — e anche le loro famiglie — di un passato che agli occhi contemporanei sarebbe glorioso. Le vittime sono coloro che all’epoca furono sconfitte e che oggi sono i vincitori. Perché loro sono cadute per aver difeso quello che oggi abbiamo.
Come ha detto bene il rappresentante dell’Associazione memorialista, la memoria è futuro — lo è. E la memoria è democrazia.
dal discorso ufficiale di Ángel Victor Torres Péres, 18 luglio (traduzione mia)
Franchismo e antifranchismo, fascismo e antifascismo non sono la stessa cosa. Ovviamente. Ma non si può ripetere abbastanza.
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