Oggi sull’inserto sudtirolese del Corriere è apparso un articolo di Marco Angelucci nel quale analizza l’esito delle elezioni comunali a Leifers, Lana e St. Martin in Passeier, poco incoraggiante per i partiti «italiani». Dopo aver ripetuto la verità alternativa degli italiani che avrebbero «progressivamente lasciato le valli» ha anche banalizzato la politica a livello comunale affermando che:
Quando si tratta di decidere quali strade rattoppare o quali fioriere cambiare, essere di destra o di sinistra non fa differenza: allora perchè presentare ben tre liste a Lana di cui due non fanno nemmeno un eletto? In gioco c’è l’interesse di una comunità o le velleità di protagonismo dei singoli?
– Marco Angelucci
Come se nei comuni non ci si occupasse di politica sociale, di accoglienza o di urbanistica. Ad ogni modo sembra strano che non faccia differenza essere di destra o di sinistra, mentre par di capire che, per rattoppare le strade, essere italiano o tedesco lo sia.
Se invece gli italiani usciranno definitivamente di scena dalle amministrazioni locali allora non c’è da stupirsi se nella popolazione sudtirolese aumenterà la voglia di secessione. In fin dei conti se gli italiani non portano nulla che senso ha rimanere in Italia?
– Marco Angelucci
Non fa una grinza. Tutti sanno infatti che la ragione principale per non chiedere la secessione è il fondamentale apporto dei consiglieri comunali italiani quando si tratta di decidere quali fioriere sostituire. Senza questo sostegno — e senza il costante impegno di alcuni per la pacifica convivenza (cfr. 01
02
) — veramente rimanere in Italia perderebbe senso.
(Per chi se lo fosse perso, Angelucci comunque aveva già avvertito che anche dare ai medici di lingua tedesca gli stessi diritti che hanno quelli di lingua italiana avrebbe favorito la secessione. Non c’è da scherzare, la sacra unità nazionale è costantemente in pericolo).
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