Qualche anno fa il gestore ferroviario pubblico italiano (RFI) aveva iniziato a disapplicare, sistematicamente, l’obbligo di utilizzare lo stesso carattere per il tedesco e l’italiano nella cartellonistica delle stazioni in Sudtirolo. In seguito all’intervento del Governo sudtirolese, invece di rettificare, come promesso, hanno ulteriormente peggiorato la situazione, fregandosene totalmente.
Ora però RFI è riuscita a fare ancor meglio, e nel corso della ristrutturazione della stazione ferroviaria di Brixen ha ripristinato la situazione a com’era durante l’era fascista, eliminando completamente il toponimo tedesco:
Fotografie Wolfgang Niederhofer
Io al caso ormai non ci credo più, anche perché le apparenti «sviste» vanno tutte sempre «casualmente» nella medesima direzione (a scapito del tedesco) e perché ci si spinge sempre oltre, passo dopo passo, passando oltretutto da una situazione che già rispettava il diritto al bilinguismo a una che non lo rispetta più. Non c’è quindi nemmeno la scusante dell’ignoranza. Inoltre, perché tali cartelli giungano a destinazione, l’ipotetica «svista» dovrebbe passare inosservata per varie fasi, per varie istanze e davanti a troppi occhi, ed è semplicemente impossibile che da chi progetta e ordina i cartelli sino a chi effettua materialmente il montaggio o chi presidia la stazione nessuno si accorga dell’errore — che, appunto, errore non è.
Ma finché accettiamo queste continue sopraffazioni e le ormai inascoltabili scuse che regolarmente seguono, aspettando per anni rettifiche che non arrivano (quasi) mai1e quando arrivano arrivano tardi e hanno già contribuito a spostare il «dicibile» e l’immaginabile, le cose purtroppo non cambieranno. Lo stato nazionale è così che per indole tratta le sue colonie.
- 1e quando arrivano arrivano tardi e hanno già contribuito a spostare il «dicibile» e l’immaginabile
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