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Un secolo fa la cancellazione del Tirolo.

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Esattamente 100 anni fa, l’8 agosto del 1923, Giuseppe Guadagnini, prefetto di quella che era diventata una fantasiosa Venezia Tridentina (ovvero il Sudtirolo e il Trentino), vietava l’utilizzazione del nome Tirolo (Tirol) imponendo come uniche denominazioni quelle di Alto Adige, Trentino e, appunto, Venezia Tridentina.

Pochi mesi prima, in aprile127 aprile 1923, il medesimo prefetto aveva già eliminato la toponomastica sudtirolese sostituendola con quella inventata da Ettore Tolomei. Mentre successivamente, a ottobre dello stesso anno, avrebbe vietato il tedesco come lingua ufficiale e ordinato l’italianizzazione delle scuole.

Guadagnini, uomo di fiducia del regime fascista, era stato nominato prefetto di Trento nel novembre 1922 in quella che è conosciuta come la «manovra dei prefetti», attuata nei primissimi mesi del governo di Benito Mussolini. Nominato senatore a vita nel 1933, avrebbe poi dato sostegno alle leggi razziali e all’entrata in guerra.

Per quanto riguarda la lingua italiana, negli atti pubblici il divieto di utilizzare il nome Tirolo (e l’imposizione di Alto Adige!), funzionale all’italianizzazione voluta dal fascismo, nei fatti vige a tutt’oggi. Tanto che nel 2022 il prefetto di Bolzano — scimiottando un fascista — definiva «secessionisti» degli innocui adesivi con cui si chiedeva perdono per la politica di italianizzazione, e annunciava l’eventuale assunzione di fantomatici «provvedimenti».

Cëla enghe: 01 02 03 04 05

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    27 aprile 1923


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Comentârs

One response to “Un secolo fa la cancellazione del Tirolo.”

  1. artim avatar
    artim

    „Alto Adige“ ist ja nicht nur historisch belastet. Der Name schließt aus statt ein. Auch all jene Südtiroler Bevölkerungsteile, die nicht im Einzugsgebiet der Etsch leben. Die Drau mündet bekanntlich in der Donau.
    Ziel der national-faschistischen Gewalt- und Terrorherrschaft war Kolonialisierung und Ethnozid, die Zerstörung der kulturellen Identität einer Volksgruppe durch erzwungene Maßnahmen der »kulturellen Säuberung«, der Assimilation.
    Im südlichen Tirol … in Afrika.
    Es wäre nach 100 Jahren an der Zeit die Fortschreibung dieses imperialistisch-kolonialistischen Erbes “HIC PATRIAE FINES SISTE SIGNA // HINC CETEROS EXCOLVIMVS LINGVA LEGIBVS ARTIBVS” oder „Pro Italico Imperio …“ einer rückwärtsgewandten Identitätspolitik zum Zweck der Selbstvergewisserung heute selbstkritisch zu hinterfragen und aufzuarbeiten statt weiterhin Erinnerungsabwehr, Opportunismus bzw. Dankbarkeitsfaschismus (S. Gruber) zu pflegen.
    Ansonsten klappt es weder mit Versöhnung und gemeinsamer Erinnerungskultur noch mit kulturellem Aushandeln (über Namen…).

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