Recentemente sul portale di destra l’Occidentale è apparso un commento sulla «questione catalana», dal quale estraggo il seguente stralcio, a mio avviso molto illuminante:
Se possiamo permetterci un suggerimento, diremmo che per una volta la Spagna dovrebbe prendere a modello la bistrattata politica italiana. Dovrebbe ispirarsi alla antica saggezza democristiana secondo la quale il miglior modo per affrontare i problemi complicati è sopire, prendere tempo, avviare confronti, aprire tavoli, negoziare, fare concessioni con l’obiettivo di rompere la compattezza dell’avversario, di stancarlo e di riuscire a sopravvivere. Perché come insegnava il grande Giulio Andreotti “è meglio tirare a campare che tirare le cuoia!”.
Certamente quella di annichilire qualsiasi velleità «troppo» autonomistica o, peggio, separatistica con i «vedremo», i «faremo», i «ci penseremo» è una specialità di cui la politica italiana — a partire dalla DC — ha fatto una vera e propria arte. Il Sudtirolo, forse, meglio di altri in alcune occasioni è riuscito a imporsi, ma anche nel nostro caso l’SVP e con lei una fetta consistente della popolazione, troppe volte si è arresa di fronte ai romanissimi muri di gomma.
Si potrebbe sospettare che forse i sudtirolesi sono stati più duri da spezzare, ma che a medio-lungo termine anche qui la strategia del «tirare a campare» sta avendo successo. La secessione? Delegittimata. La Vollautonomie? Accantonata. Una riforma al rialzo dello Statuto? Assopita. Regione propria? Non pervenuta. Riunificazione con Souramont? In attesa. Bi-/trilinguismo? Migliorerà.
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