Pensavo che la cosa fosse stata, diciamo, digerita. E invece no: leggo ancora in giro invettive contro l’Austria e — un po’ meno — la Svizzera perché hanno deciso di aprire le stazioni sciistiche qualche settimana prima di altri che, come l’Italia e la Francia, per ora le tengono chiuse.
D’acchito anche a me piace l’idea secondo cui la solidarietà europea imporrebbe che «o aprono tutti o non apre nessuno». Pensandoci meglio, poi, la solidarietà europea ha mille altri modi di palesarsi, tra cui gli aiuti economici ai paesi più colpiti dalla pandemia.
Quel che invece proprio non mi è chiaro è perché chi ora maggiormente spinge per la solidarietà non ha dato il buon esempio quando ne avrebbe avuto l’occasione — tenendo aperti i centri balneari mentre in altri paesi europei (la Spagna, in primis), le spiagge erano chiuse.
Raramente le contraddizioni e le ipocrisie affiorano in modo evidente come in questi tempi così densi.
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