Silvius Magnago, il padre nobile dell’Autonomia Sudtirolese, all’ingresso dell’Austria nell’area Schengen disse che oramai i “confini erano dei fili di seta” sottintendendo che a partire da quel momento la distanza dal Nord Tirolo sarebbe stata quasi nulla.
Altri fili sottilissimi e quasi invisibili stanno richiudendo quel confine: sono i file della fibra ottica che trasportano dati e non persone.
Infatti sta nascendo, devo dire senza grande enfasi, un nuovo confine fatto di fibre ottiche che prende il nome di Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica. CyberItalia per alcuni.
Un confine invisibile, ma netto, ben definito e presidiato con misure di sicurezza contro i cybercrime e per questo potenzialmente più insidioso e pericoloso del confine fisico al Brennero.
Dallo schema di DPCM emerge la volontà di creare degli Stati Digitali in chiave Cybersicurezza come per altro avviene in altri Paesi europei e con una connessione tra diversi Stati EU ancora in via di definizione completa. Inoltre non vi è traccia di alcun riferimento alle Regioni Autonome.
[P]enso che in questa fase di ritorno del centralismo nazionalista romano disinteressarsi della questione del Perimetro Digitale e della gestione degli incidenti informatici CSIRT un poco da sciocchi lo sia.
Da CyberItalia e le autonomie, articolo di Paolo Gasperi apparso sull’A. Adige del 16 luglio 2020
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