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La risposta di Puigdemont a Rajoy.

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Con questa lettera il presidente catalano oggi ha risposto alla precedente missiva del primo ministro spagnolo:

Gentile Presidente Rajoy,

la situazione che viviamo è di tale importanza da esigere risposte e soluzioni politiche all’altezza. La mia lettera vuol contribuire a raggiungere questo tipo di risposte, che sono quelle che ci chiede la maggioranza della società e che ci si aspetta in Europa, dove non non si comprende nessuna maniera di risolvere un conflitto che non passi per il dialogo, il negoziato e l’accordo.

In questo senso, mi ha sorpreso che la Sua missiva del passato 11 ottobre annunciasse la volontà del Suo governo di attivare l’articolo 155 della Costituzione per sospendere l’autogoverno della Catalogna.

Quando il passato giorno 10 [di ottobre], assecondando la richiesta di numerose personalità e istituzioni internazionali, spagnole e catalane, Le ho sottoposto una sincera offerta di dialogo, non lo ho fatto come una dimostrazione di debolezza, ma come una proposta onesta per trovare una soluzione alla relazione fra lo Stato spagnolo e la Catalogna, che risulta bloccata da molti anni.

Domenica 1 ottobre, in mezzo a una violenta azione di polizia, denunciata dai più prestigiosi organismi internazionali, più di due milioni di catalani hanno conferito al Parlamento catalano il mandato democratico di dichiarare l’indipendenza. Ai risultati di questo referendum vanno aggiunti quelli delle ultime elezioni al Parlamento della Catalogna dove una chiara maggioranza, un 47,7%, ha votato forze indipendentiste, e dove le forze esplicitamente contrarie [all’indipendenza] hanno raggiunto il 39,1%. Bisogna inoltre ricordare che l’80% dei cittadini manifesta la volontà di decidere il futuro politico votando in un referendum concordato. Accettare la realtà è la strada per risolvere i problemi.

La priorità del mio governo è quella di cercare intensamente la via del dialogo. Vogliamo parlare, come succede nelle democrazie consolidate, del problema che pone la maggioranza del popolo catalano, che vuole intraprendere il cammino di un paese indipendente nella cornice europea.

La sospensione del mandato politico scaturito dalle urne l’1 ottobre dimostra la nostra ferma volontà di trovare una soluzione e non lo scontro. È nostra intenzione percorrere il cammino in maniera concordata, tanto nelle tempistiche quanto nella forma. La nostra proposta di dialogo è sincera e onesta. Per tutto ciò, durante i prossimi due mesi, il nostro obiettivo principale è invitarLa al dialogo in modo che tutte quelle istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane che hanno espresso la loro volontà di aprire un cammino di negoziazioni abiano l’opportunità di esprorarlo. In questo modo constateremo l’impegno di tutte le parti a trovare una soluzione concordata.

Per tutto ciò che ho esposto Le faccio pervenire due richieste:

La prima è quella di fermare la repressione contro il popolo e il governo della Catalogna. Questo stesso lunedì sono citati come imputati davanti al Tribunale nazionale due leader della società civile catalana che dal 2010 in poi hanno promosso le manifestazioni pacifiche di milioni di persone. Inoltre, davanti allo stesso Tribunale nazionale, è convocato anche il maggiore del corpo dei Mossos d’Esquadra, uno dei quadri di polizia con maggior prestigio nell’ambito della polizia europea e che esercita i suoi compiti con grande rigore e garantismo.

Per quanto riguarda la repressione soffriamo, fra le altre cose, la vulnerazione di diritti fondamentali; l’intervento su e il congelamento di conti bancari che impediscono che rispettiamo i nostri obblighi con le persone che più ne hanno bisogno; la censura di internet e mezzi di comunicazione; la violazione del segreto postale; le detenzioni di servitori pubblici; e la brutale violenza di polizia esercitata contro la popolazione civile l’1 di ottobre.

La nostra offerta di dialogo è sincera nonostante tutto ciò che è accaduto, però logicamente è incompatibile con l’attuale clima di crescente repressione e minaccia.

La seconda richiesta è quella di concretizzare, prima possibile, una riunione che ci permetta di esplorare i primi accordi. Non lasciamo che la situazione si deteriori ulteriormente. Con buona volontà, riconoscendo il problema e guardandogli in faccia, sono sicuro che potremo trovare la via della soluzione.

Cordialmente

Carles Puigdemont e Casamajó
Presidente della Generalitat de Catalunya

Barcellona, 16 ottobre 2017

Traduzione:

Cëla enghe: 01 02



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