Nell’agosto del 2015 l’amministrazione Obama decise di restituire al Mount McKinley — cima più alta dell’America del Nord — il suo nome storico in lingua indigena: Denali. Quasi esattamente un anno dopo, agosto 2016, l’U.S. Board on Geographic Names (BGN) decreta un’ulteriore cambio di denominazione: il punto più alto degli Stati Uniti a est delle Rocky Mountains, da Harney Peak diventa Black Elk Peak.
È ormai assodato che il generale William S. Harney, il cui nome la montagna portava sin dal lontano 1896, durante una battaglia del 1855 avesse massacrato donne e bambini delle popolazioni indigene. Una ragione più che sufficiente, secondo i membri del BGN, per procedere alla ridenominazione — addirittura, fatto più unico che raro, contro l’opinione espressa dall’istituto geografico dello stato interessato, il South Dakota Board on Geographic Names.
Il nuovo nome di questo picco — distante pochi chilometri fal più famoso Mount Rushmore — è stato scelto per onorare Nicholas Black Elk, un santo del popolo Oglala Lakota (Sioux).
Dopo due anni di ricerche e consultazioni — fra cui quelle con i rappresentanti delle popolazioni indigene — il BGN ha fatto sapere di aver decretato il cambio di nome in virtù del proprio mandato a evitare «nomi offensivi o sprezzanti di qualsiasi gruppo etnico, sessuale o religioso».
In Sudtirolo, probabilmente, si sarebbe detto che oggi, a oltre 150 anni dai fatti e a 120 anni dall’intitolazione del monte al generale Harney, nessuno pensa ai suoi crimini quando pronuncia «Harney Peak».
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