Maurizio Tremul, presidente dell’Unione degli Italiani di Slovenia e Croazia, nel 2015 era venuto in Sudtirolo su invito di Süd-Tiroler Freiheit per parlare di doppio passaporto. I membri della minoranza italiana nei due paesi ex iugoslavi, infatti, hanno diritto al passaporto italiano, mentre sembra che Roma sia intervenuta per evitare che cittadine e cittadini sudtirolesi potessero ricevere quello austriaco.
Lo scorso 30 novembre invece Tremul è tornato a Bolzano su invito di Alessandro Urzì (AAnC) per parlare di toponomastica. Nel corso del convegno «I nomi contesi» ha sostenuto — imperniandovi il suo discorso — che il nome sloveno di Capodistria, Koper, sarebbe stato inventato nel secondo dopoguerra, ma oggi nessuno si sognerebbe di cancellarlo.
Quando si parla di toponimi si citano vari criteri, più o meno validi, per decidere quali denominazioni debbano avere carattere ufficiale e quali no. Ne cito alcuni fra quelli a cui più comunemente si fa riferimento in Sudtirolo:
- La stratificazione storica: secondo questa interpretazione, i nomi che si sono evoluti storicamente mediante l’uso da parte delle popolazioni autoctone (endonimi) e quelle vicine (esonimi) hanno diritto a venire mantenuti, mentre i nomi inventati a tavolino allo scopo di assimilare e snazionalizzare gli abitanti di questa terra non dovrebbero avere status ufficiale;
- La consistenza dei gruppi linguistici: la comunità linguistica che raggiunge una determinata percentuale di abitanti (spesso si parla del 10%, a volte del 20%) sul totale della popolazione in un comune avrà diritto all’ufficializzazione dei toponimi da essa usato;
- L’uso: attraverso precise ricerche scientifiche si verifica quali toponimi vengano effettivemente utilizzati dalla popolazione per decidere quali mantenere e quali no.
Anche le Nazioni Unite (l’ONU) raccomandano di affidarsi a simili criteri il più possibile oggettivi per dirimere le controversie legate alla toponomastica. E a tal proposito va da se che si possono immaginare anche combinazioni delle ipotesi elencate.
Ad ogni modo: se Tremul intendeva difendere la toponomastica del Tolomei, l’esempio di Koper/Capodistria è assolutamente inservibile. Infatti:
- La denominazione slovena sarà anche stata ufficializzata solo nel dopoguerra, ma si tratta di un toponimo stratificatosi storicamente e in uso da secoli.
- La popolazione di lingua slovena a Koper/Capodistria rappresenta la maggioranza.
- E dunque è abbastanza evidente che il toponimo viene usato quotidianamente dagli abitanti della città.
Un nome di luogo che corrispondesse agli stessi requisiti di Koper in Sudtirolo (come Bolzano, Bronzolo o Salorno) non rischierebbe certo di perdere l’ufficialità, anche se Alessandro Urzì vuol far credere il contrario.
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