Ancora una volta, oggi, l’A. Adige fa l’elenco delle supposte provocazioni etniche degli ultimi tempi, fra cui — oltre alla Convenzione «appaltata» alla «destra tedesca» o alla sostituzione del termine «altoatesini» — cita, ancora una volta «la maglietta della nazionale tedesca ostentata dall’Obmann Philipp Achammer» la sera della partita Italia-Germania.
Sembra che il quotidiano (che spesso e volentieri strizza l’occhio a CasaPound), con l’aiuto dei Verdi e di Francesco Palermo, stia costruendo una nuova campagna per disintegrare la convivenza.
In merito al «fallo» di Philipp Achammer mi piacerebbe però sapere: mentre non la si smette di criticare un ragazzo che da casa — in occasione di una partita — posta una foto su un social network, quale e di quale intensità fu esattamente la critica mossa a quella deputata che usò le magliette della nazionale italiana per una campagna elettorale (e quindi a scopi direttamente politici)?
Oppure vogliamo ammettere che ci sono squadre che — in quanto rappresentative di una certa «nazione» — vanno bene e squadre che invece, anche nel tifo, non vanno bene affatto e la simpatia per le quali va dunque aggredita frontalmente?
Da notare, fra parentesi, il bellissimo dettaglio della mano del fotografo.
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