Comentârs

3 responses to “Maroni »nicht willkommen«.”

1. 

   hunter

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   17.01.2014 – 13:15

   Lustig. Diejenigen in Südtirol, die Sezessionismus automatisch mit (rechts)extrem, egoistisch und antieuropäisch gleichsetzen, sind auch die, die den Herrn Maroni hofieren, wenn er mal in Südtirol ist. Kein einziges Stimmchen war je darüber zu hören, welch xenophoben rassistischen Haufen er vertritt.

   Here we don’t ask anyone where they’re from but rather what they want to be. Here we believe that the more diverse a society is, the richer it is. And here we fight for a state that is at the service of the whole populace, without distinctions or privileges. The Catalan nation has a grand history but today what interests us more is the future, and in that future, there is room for everyone, regardless of their origin, language, religion, or culture. […] It is only out of malice that one would try to confuse our movement with one, like the Lega Nord, that proclaims the inequality of the citizens of their country as part of their political tradition. We have nothing to do with them, and we don’t want to have anything to do with them. And not only that, in Catalonia I believe that we all agree that we are doing our best so that Europe doesn’t fall into the dark pit into which the Lega would like to drag us all.

   klarer geht’s wohl nicht.

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2. 

   hunter

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   17.01.2014 – 14:18

   kontrastprogramm:

   Bazar der Unterwürfigkeit.

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3. 

   tuscan

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   18.01.2014 – 1:04

   Maroni era stato nominato ministro dell’Interno diciamo in omaggio alla forza contrattuale della Lega Nord, che allora era al suo zenith in quanto puntello fondamentale del governo Berlusconi. Detto in altri termini, senza la Lega ci saremmo potuti liberare del cavalier Banana almeno con dieci anni di anticipo. In quanto ministro dell’Interno Maroni rappresentava il centralismo romano, in particolare quando andava in visita nelle regioni a statuto speciale, salvo poi recitare la parte del secessionista padano quando andava ai congressi della Lega Nord oppure ai raduni di Pontida, in Lombardia. Sempre all’insegna del più cinico e machiavellico pragmatismo, a seconda di quello che gli tornava più comodo al momento. Ora che la Lega è in via di estinzione, per salvarsi tenta la carta del populismo europeo di estrema destra: ora stanno facendo del razzismo ignobile contro gli immigrati e le persone di colore come il ministro Cécile Kyenge e nella prossima campagna per le elezioni europee li sentiremo sicuramente urlare contro l’euro, la UE, la Merkel e quant’altro. Stanno anche cercando di allearsi con il Front National di Marine le Pen, con la FPÖ austriaca, con il Vlaams Belang ecc., non si sa con quanto successo. I catalani, gente seria e soprattutto non contaminata dall’estrema destra, ovviamente non ne vogliono sapere al di là  delle cortesie diplomatiche ufficiali. E, per tornare in Italia, è fin troppo chiaro che il progetto “Padania” sta finendo al macero, quasi ad ammonimento per tutti i movimenti per l’autodeterminazione europei che vengono monopolizzati dalla destra populista ed etnonazionalista.

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