Tante parole sono state spese per il bassorilievo di Piffrader in piazza Tribunale a Bolzano, e anche un bel po’ di denaro pubblico. Pochi mesi fa Durnwalder e la SVP avevano festeggiato, garantendo che una lettera del ministro Bondi avrebbe permesso perfino la rimozione del duce a cavallo, si è organizzato un concorso di idee per trovare una soluzione meno invasiva. Alcuni avevano criticato il partito di maggioranza per essere sceso a patti col governo Berlusconi, mentre altri — come me — avevano messo al centro della loro attenzione l’importanza del risultato. Al di là dei mezzi, si era però convenuto che non bisognava perdere l’occasione per proiettare la città verso il futuro.
Ora scopriamo che si è trattato dell’ennesima bufala di Durnwalder, che per mettere mano al bassorilievo c’è bisogno del «permesso» del ministero delle finanze e che quel nullaosta, probabilmente, non arriverà mai. La popolazione è stata tratta in inganno e il governo centrale ha potuto contare su un’importante (seppur non fondamentale) astensione da parte dei rappresentanti del Sudtirolo — senza concedere praticamente nulla in cambio.
Ma d’altronde, cosa dovremmo aspettarci da chi da anni ci inganna circa la vera entità dell’autonomia?
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