Che ci siano più sudtirolesi che altoatesini sarebbe un’affermazione ridondante se riferita all’uso che molti fanno dei due termini, «sudtirolesi» per definire i cittadini di lingua tedesca e «altoatesini» per quelli di lingua italiana. Un uso teminologico che non solo descrive, ma contribuisce a riprodurre una separazione concettuale che dovremmo finalmente lasciarci alle spalle. Seguendo tale logica i sudtirolesi sarebbero «esattamente» il 69,15% della popolazione e gli altoatesini il 26,47%, come insegnano le dichiarazioni di appartenenza.
Quel che invece potrebbe sorprendere è ciò che si evince sfogliando il cosiddetto «barometro linguistico» dell’ASTAT, nella sua versione più recente, risalente ormai al 2004. Coloro che si autodefiniscono cittadini di lingua italiana, alla domanda relativa all’appartenenza «territoriale ed etnica» dicono di sentirsi altoatesini al 10,1%, ma la somma di chi si sente sudtirolese (2,6%), sudtirolese di lingua italiana (14,4%) o addirittura tirolese (0,3%) raggiunge un ben più pesante 17,3%.
Certo, il 52,2% dei concittadini di lingua italiana si definisce prima di tutto «italiano», ma raffrontando questi risultati all’identità monolitica che solitamente attribuiamo ai gruppi linguistici constatiamo una liquidità sorprendente. Chi è già pienamente arrivato in questa terra, emancipandosi dalla necessità di definirsi lungo un’asse «nazionale» preferisce definirsi sudtirolese piuttosto che altoatesino; un fatto che rende obsoleta la distinzione fra sudtirolesi (puramente di lingua tedesca) e altoatesini (gli italiani tutti) — ed impellente un uso più inclusivo e integrativo del termine Sudtirolo (anche da parte della popolazione di lingua tedesca).
Rafforzando l’interazione degli «italiani» con l’autonomia attuale e con i progetti di un suo sviluppo — anche in chiave «sovrana» — si contribuirebbe inoltre a far crollare ulteriormente la necessità di identificarsi con una comunità «nazionale». Non è uno sforzo fine a se stesso, se pensiamo che l’identificazione nazionale è destinata a venir delusa dalla realtà e quindi a generare disagio rispetto alle proprie aspettative.
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