di Curzio Maltese
Fra le notizie quasi sempre mirabolanti della politica, quella che mi ha sorpreso meno è la nascita del partito dei grillini. Ricordo il giorno in cui Beppe Grillo ha giurato in piazza, davanti a centomila fedeli del vaffa, che mai il movimento si sarebbe candidato alle politiche. «Non saremo mai un partito, noi vogliamo distruggerli i partiti». Mi sono voltato e ho detto agli amici: «Accidenti, Beppe farà un partito per le prossime elezioni».
Da anni con Grillo mi regolo così, come con Berlusconi. Quando sfasciava i computer sul palco ho capito che stava per diventare una star di internet. Grillo, va detto, è assai più spiritoso di Berlusconi, mediocre barzellettiere. Per il resto, i meccanismi dei due si assomigliano molto. Entrambi godono del seguito di masse di fedeli entusiasti e inaccessibili a ogni argomento razionale, felici di credere a uno che racconta baggianate. Li fa sentire meglio. Sono gli psicofarmaci della politica. Per entrambi il principio di non contraddizione non funziona. Sono del resto gli unici due leader al mondo, dittatori a parte, a comparire da anni sui media senza contraddittorio.
Identico risulta anche il segreto della popolarità: offrono soluzioni semplici a problemi complessi. In caso di difficoltà, si ricorre al solito complotto. Per anni Beppe Grillo è stato il testimonial dell’economia a idrogeno. L’auto a idrogeno, diceva, è già pronta, ma un complotto ne impedisce la messa in produzione. Era vero il contrario. Petrolieri e case automobilistiche sono stati per vent’anni i principali sponsor della bufala chiamata idrogeno, utile a perpetuare la politica di spreco del petrolio. Che senso aveva infatti preoccuparsi di consumare meno, se presto ci sarebbe stato l’idrogeno, pulito e a costo zero? Poi la bufala si è rivelata tale.
Poi aveva scoperto le virtù di una pallina colorata, la Biowashball, che «lava meglio dei detersivi inquinanti». In effetti, la Biowashball non serve a nulla, se non ad arricchire i produttori. È un placebo del bucato. Ma chi se ne frega? Ti rispondono i grillini, Beppe è un eroe. Anche quando il paladino di internet si è opposto alla pubblicazione in rete delle dichiarazioni dei redditi, decisa da Prodi. Ma la critica a Grillo, come a Berlusconi, è inutile. Tutta invidia, replicano i fan. Nella prossima campagna elettorale sarà una gara fra lui e Silvio a chi promette di sconfiggere prima il cancro. Entrambi avevano a suo tempo esaltato la miracolosa cura del dottor Di Bella.
Il Venerdì di Repubblica, 13 agosto 2010
Scrì na resposta