Il quotidiano A. Adige informa oggi che la ministra della salute, Giulia Grillo (M5S), avrebbe inviato i NAS all’Ordine dei medici di Bolzano per la questione degli iscritti che non sanno (o non saprebbero) l’italiano. E cita da una missiva inviata dal ministero all’ordine:
Sono pervenute a questo ministero segnalazioni concernenti presunte iscrizioni, effettuate da parte di codesto Ordine, di medici che non conoscerebbero la lingua italiana. Considerato che tale situazione, potrebbe arrecare un grave danno al cittadino nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, si chiede di fornire con urgenza notizie in merito.
Il ministero, dunque, non solo certifica l’importanza della conoscenza della lingua dei pazienti da parte del personale medico, ma al contempo dimostra anche che in Sudtirolo ci sono cittadini di serie A e di serie D. Quelli di serie A parlano la lingua eletta (la lingua nazionale) e vengono tutelati sotto ogni profilo. Quelli di serie D cosituiscono maggioranza numerica, ma parlano una lingua locale, inferiore. Tale lingua sulla carta (art. 99 dello Statuto di autonomia) dovrebbe essere parificata in tutto e per tutto a quella nazionale, ma le istituzioni statali se ne disinteressano sistematicamente.
Da decenni non viene nemmeno fatta rispettare la norma sul bilinguismo dei foglietti illustrativi, mentre le forze dell’ordine controllano minuziosamente la presenza della lingua italiana (a volte perfino nelle istruzioni dei giocattoli).
È evidente che lo statuto di autonomia, che doveva garantire — soprattutto! — l’effettiva parità linguistica, ha completamente fallito.
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