L’intervento di Renzo Caramaschi si apre con le considerazioni amare di un sindaco «mortificato nel portare quei fiori al cippo di Norma Cossetto» nel corso della piccola cerimonia tenuta poco prima in via del Ronco. «Vorrei una società senza cippi, senza la ferita di un’umanità oppressa, vituperata, martoriata. Non c’è differenza fra Auschwitz e le foibe. La pulizia etnica è la sofferenza di un’umanità ansimante: e noi, minuscoli granelli di sabbia, non possiamo fare altro che evitare con tutte le nostre forze che quelle efferatezze si ripetano.»
dall’A. Adige di oggi
Inutile ricordare che l’incommensurabilità dell’Olocausto è data dall’industrializzazione della morte, che avrebbe dovuto cancellare un intero popolo. Inutile anche dire che le foibe non furono certamente «pulizia etnica».
Ormai però sembra che tutto equivalga a tutto.
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