Il Governo austriaco sta compiendo un gesto azzardato nei confronti dei cittadini italiani di lingua tedesca e ladina. Abbiamo tutele avanzatissime per le nostre minoranze, che non hanno bisogno di tutori supplementari.
Così il Gazzettino cita Debora Serracchiani (PD), ex presidente del Friuli-Venezia Giulia (FVG), in merito alla paventata apertura dei consolati austriaci alle cittadine sudtirolesi di lingua tedesca e ladina.
Forse la Serracchiani — oltre a promuovere «tutele avanzatissime» anche per le sue minoranze, ovvero quelle presenti in FVG, e a farsi qualche domanda circa la cocente sconfitta elettorale del suo partito, sempre pronto a sostenere posizioni nazionaliste — potrebbe anche spiegarci in che cosa consiste la tutela dei gruppi linguistici tedesco e ladino nel contesto delle rappresentanze estere italiane. È forse possibile rivolgersi a un consolato italiano all’estero nella propria madrelingua? Se la risposta è «no», oltre a tacere sull’iniziativa austriaca, Serracchiani potrebbe mettersi al lavoro ed elaborare un concetto per la rapida implementazione del plurilinguismo (tedesco, sloveno, friulano, sardo, ladino, francoprovenzale…) nelle rappresentanze italiane.
Per mia esperienza personale, per nulla rappresentativa, è difficile comunicare in tedesco perfino con i consolati d’Italia nei paesi germanofoni.
Infine, forse, sarebbe il caso che la gentile deputata chiarisse se con la sua osservazione
non hanno bisogno di tutori supplementari
intendesse mettere in forse il consolidato ruolo di tutela dell’Austria nei confronti del Sudtirolo.
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