What is left \ What is right — questo il titolo di un ciclo di appuntamenti organizzato dalla Fondazione Feltrinelli a Milano e nel cui ambito martedì scorso Gad Lerner ha intervistato Florian Philippot, «politico e direttore della campagna presidenziale di Marine Le Pen» (Front National). Martedì prossimo, 13 febbraio invece è atteso Alain De Benoist, padre ideale della Nouvelle Droite.
La scelta di questi interlocutori, oltrettutto in piena campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, è ora al centro di una dura lettera di protesta pubblicata da professoresse e ricercatrici di varie università europee — e oggetto anche di una raccolta di firme su Change.org.
Alcuni estratti particolarmente significativi:
Siamo studiose e studiosi delle destre e estreme-destre. Da anni indaghiamo il fenomeno dell’emergere e del permanere di questi attori politici nelle nostre democrazie.
Naturalmente, condividiamo il fatto che alle destre ci si debba interessare, lo facciamo da anni. E siamo consapevoli del fatto che questo campo politico è molto eterogeneo, tanto da includere formazioni dichiaratamente neofasciste e compagini populiste. Tuttavia, ad accomunare attori molto diversi come de Benoist e Philippot è il “nativismo”, una visione del mondo secondo la quale gli stati dovrebbero essere abitati solo da “nativi” e, dunque, ogni persona (o idea) diversa sarebbe problematica per la sopravvivenza delle comunità nazionali. Una visione così omogenea ed escludente della società è in contraddizione con il pluralismo che caratterizza la democrazia.
L’estrema destra gioca da sempre sulla confusione tra destra e sinistra e pensare di “confrontarsi” su questo con Philippot e de Benoist non rischiara alcunché. Anzi, aggiunge soltanto altra confusione e contemporaneamente legittima la loro strategia. Per noi, si tratta di un grave segno di regressione democratica.
Nota del 06.02.2018: L’appuntamento con De Benoist è stato disdetto.
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