La procura generale catalana ha convocato per interrogatorio centinaia di sindache in merito al referendum indipendentista programmato per l’1 di ottobre e sospeso cautelarmente dalla Corte costituzionale spagnola. L’invito è accompagnato da un’espressa minaccia d’arresto per chi si negasse a deporre o a presentarsi ai magistrati.
Le capocomune colpite dal provvedimento sono le stesse che dopo la sospensione della consultazione si sono impegnate per iscritto, nei confronti del Governo della Generalitat, di mettere a disposizione gli spazi necessari alla realizzazione del referendum — e rappresentano 712 dei 948 comuni catalani.
Al contempo le magistrature delle quattro province catalane (Barcellona, Girona, Lleida e Tarragona) hanno fatto uso della loro facoltà di attribuire funzioni di polizia giudiziaria anche alle polizie locali, imponendo loro di partecipare alla «caccia all’urna» iniziata martedì con l’impartizione di istruzioni analoghe a Polizia Nazionale, Guardia Civil e Mossos d’Esquadra.
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