Ieri sera grande dibattito pubblico dei candidati sindaco di Bolzano, organizzato dal quotidiano Dolomiten, con la presenza del fascista dichiarato Maurizio Puglisi Ghizzi. Oggi invece tre quarti di pagina dedicati dal quotidiano A. Adige alla candidatura di CasaPound e a un’intervista con lo stesso candidato, con tanto di richiamo in prima pagina e introduzione all’acqua di rose:
Come nel resto d’Italia, CasaPound adotta una strategia di presenza capillare nei quartieri, con iniziative sociali [sic]. Trovano terreno fertile, perché i partiti tradizionali generalmente si sono ritirati dal territorio. Più diventano forti, più diventano aggressive parole ed azioni, una strategia che CasaPound rivendica.
A. Adige
Ma almeno, al contrario del dibattito di ieri sera — dove apparentemente Puglisi Ghizzi non è stato confrontato con i lati più preoccupanti del suo partito — in questo caso l’intervistatrice (Francesca Gonzato) ha accennato, seppure in maniera poco incisiva
- alle indagini in corso nei confronti di Davide Brancaglion per un violento pestaggio;
- alla strategia delle minacce portata avanti da CasaPound e
- alla classificazione del partito come espressione del neofascismo.
Un’accusa, quest’ultima, a cui Puglisi Ghizzi ha la faccia tosta di rispondere
Neo fascisti mai. È una parola da fighetti. Piuttosto chiamateci fascisti del terzo millennio.
prima di snocciolare liberamente il suo programma razzista, pardon… sociale [!] all’insegna del «prima i nostri» e del «fuori gli altri». Sdoganamento perfettamente riuscito, direi.
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