Il governo scozzese, guidato dagli indipendentisti socialdemocratici dell’SNP, ha offerto a Madrid e Barcellona di mettere a loro disposizione la propria esperienza, acquisita e maturata in occasione del referendum del 2014.
Lo ha ribadito con un tweet Humza Yousaf, ministro per gli affari europei e la cooperazione del governo di Edimburgo:
With experience & expertise in consensual referendum process Scot Govt ready assist Spanish/Catalan Govts if required http://t.co/Zl8haO5PKb
— Humza Yousaf (@HumzaYousaf) September 28, 2015
Dopo la vittoria degli indipendentisti catalani alle elezioni parlamentari di domenica erano state la segretaria di gabinetto Fiona Hyslop, prima, e la stessa prima ministra scozzese Nicola Sturgeon, poi, a mettere in campo la proposta.
Pur rimarcando le differenze fra i due paesi, Sturgeon aveva affermato che l’accordo costituzionale fra Londra ed Edimburgo rappresentava un’esperienza esemplare; inoltre aveva sottolineato come molti scozzesi e catalane seguono con molto interesse, reciprocamente, i processi d’indipendenza dei loro paesi. Secondo la prima ministra scozzese saranno le catalane ed i catalani a decidere il futuro della Catalogna.
Fino a poco tempo fa i partiti ed il governo scozzesi avevano scrupolosamente evitato di intromettersi nel processo d’indipendenza catalano. Ma alcuni giorni prima delle elezioni, settimana scorsa, esponenti dell’SNP, dei Verdi, dei Liberaldemocratici e dei «Tories» scozzesi avevano chiesto a Madrid di riconoscere il risultato del plebiscito e a concedere alla Catalogna un referendum legale.
I think Scotland has given the world an example of how to make these big decisions in absolutely the right way.
— Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese
E così, mentre a livello europeo le regioni indipendentiste iniziano a far rete, il Sudtirolo — per colpa propria — ne rimane escluso.
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