I risultati pubblicati quest’oggi dall’Istituto di Statistica sudtirolese (Astat) parlano un linguaggio molto chiaro: le cittadine sudtirolesi nutrono un buon grado complessivo di fiducia (somma fra «molta fiducia» e «abbastanza») nei confronti del proprio comune di residenza e del Land Sudtirolo, che rispettivamente si attestano su valori poco sopra e poco sotto il 70%. Scendendo al di sotto della metà di risposte positive troviamo, via via che le istituzioni si «allontanano» geograficamente dalle cittadine e dai cittadini, la regione Sudtirolo-Trentino e l’Unione Europea. Un ruolo a parte, veramente poco lusinghiero e al di fuori dello schema che va dalla maggiore vicinanza (maggiore fiducia) alla maggiore lontananza (minore fiducia), si colloca lo stato italiano — al 15,2% della fiducia; ciò significa che meno di una sudtirolese su sei si fida dello stato a cui (volente o nolente) appartiene.
La fiducia nell’Euregio, nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni, non è stata oggetto di analisi.
Astat fa notare come la fiducia nel Land Sudtirolo sia sensibilmente superiore nella popolazione di lingua italiana (13,4% di «sfiducia») rispetto a quella di lingua tedesca (38,5%), raggiungendo comunque valori più che buoni in tutti e tre i gruppi linguistici.
In generale, e questo vale per ciascuna delle istituzioni prese in considerazione, la fiducia nelle istituzioni è minore nelle concittadine di lingua tedesca.
I valori catastrofici raggiunti dallo stato potrebbero — e dovrebbero — essere un incentivo ad iniziare una seria riflessione sull’appartenenza statuale della nostra terra, mettendo da parte alcuni pregiudizi. Ad ogni modo, però, il risultato dimostra che gli eventuali passaggi di competenze dallo stato a istuzioni più «vicine», ma anche all’Unione Europea, non possono che essere visti di buon occhio.
Secondo quanto afferma Astat, le sudtirolesi non sono invece soddisfatte con il livello di partecipazione («il coinvolgimento nei processi decisionali»), ma questo punto sarà oggetto di un articolo a parte.
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