A fine febbraio, durante una visita ufficiale in Québec, il presidente islandese Ólafur R. Grímsson ha risposto così a un giornalista che voleva sapere se l’Islanda potrebbe mai essere interessata a rinunciare alla propria indipendenza:
L’indipendenza in sé non può mai, mai essere negativa, perché l’indipendenza non è solo una formalità ed è determinata dalla volontà popolare.
Ha poi aggiunto:
Non credo che la dimensione ridotta di uno stato sia un ostacolo al suo successo.
L’Islanda conta circa 320.000 abitanti.
Infine, in merito alla decisione di non salvare con soldi pubblici le banche dell’isola nel corso della crisi finanziaria, Grímsson ha affermato che si è trattato di una scelta democratica che l’Islanda ha potuto fare grazie alla sua condizione di stato sovrano. Più precisamente erano state le cittadine islandesi a prendere tale decisione in due consultazioni popolari.
Evidentemente Grímsson non si è fatto intimorire dal fatto di trovarsi in presenza di Philippe Couillard, primo ministro quebecchese espressione di un governo unionista contrario all’indipendenza della provincia canadese.
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