Nel corso di una seduta straordinaria, seguita in diretta da centinaia di corrispondenti internazionali, ieri il parlamento catalano ha approvato a stragrande maggioranza l’unico punto all’ordine del giorno; si tratta della cosiddetta «legge sulle consultazioni non referendarie» che dovrebbe consentire al paese di convocare la consultazione sull’indipendenza dalla Spagna programmata per il 9 novembre. Il testo è stato approvato con ben 106 voti favorevoli e 28 contrari, in quanto ai partiti favorevoli all’autodeterminazione, CiU, ERC, Verdi (ICV) e CUP in quest’occasione si è associato anche il Partito Socialista Catalano (PSC), lasciando da soli all’opposizione PP e Ciutadans.
L’impugnazione della legge davanti al Tribunale Costituzionale da parte del governo centrale di Madrid è quasi certa, mentre il presidente catalano Artur Mas ha annunciato di voler firmare la convocazione alle urne non appena il provvedimento sarà stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Catalogna. Diversamente dalla Scozia, la cui popolazione due giorni fa si è potuta esprimere liberamente sul proprio futuro, la Catalogna conta con l’opposizione senza sconti del governo centrale.
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