Poche settimane fa, a giugno, il Consiglio regionale del Veneto decise a larghissima maggioranza due provvedimenti importanti atti ad ampliare l’autogoverno della regione:
- Con il primo si dava mandato al presidente, Luca Zaia, di instaurare un negoziato col governo centrale sulla possibile concessione di un’autonomia regionale. Al contempo si prevedeva anche l’indizione di un referendum consultivo «finalizzato a conoscere la volontà degli elettori del Veneto circa il conseguimento di ulteriori forme di autonomia della Regione del Veneto.»
- Con una seconda legge, però, si prevedeva anche la convocazione di un ulteriore referendum consultivo sulla creazione di uno stato indipendente e sovrano, in quanto alcuni sondaggi effettuati in seguito ad una consultazione autogestita indicavano una possibile volontà maggioritaria di questo tipo.
Ora però il consiglio dei ministri, su proposta della ministro per gli affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, ha deciso di impugnare entrambe le consultazioni presso la corte costituzionale. Il governo romano dunque non si accanisce solo contro la secessione, ma anche contro il referendum autonomista. Inoltre, trattandosi in entrambi i casi di referendum di carattere consultivo, il governo si muove contro una forma di libera espressione tutelata — secondo Amnesty International, ad esempio — dal diritto internazionale. Sarà dunque non solo interessante capire a quali conclusioni giungerà la corte costituzionale italiana, bensì anche vedere se il governo veneto ricorrerà contro un’eventuale decisione negativa presso un tribunale internazionale.
Il presidente Zaia, intanto, nel criticare la riforma costituzionale centralista di Matteo Renzi, ha già fatto sapere che non desisterà:
Oppormi al sopruso del Governo non è solo un compito che svolgo con convinzione e con la consapevolezza di fare la cosa giusta, ma è anche il senso del dovere, morale e istituzionale, che mi impegna a difendere in tutte le sedi il progetto promosso dal Consiglio regionale di consultare i veneti per conoscere la loro volontà sull’autonomia e l’indipendenza della nostra Regione.
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