L’Arbeitsgruppe für Selbstbestimmung (AGS) ha presentato ieri un sondaggio sulla disponibilità dei cittadini italiani a consentire l’esercizio del diritto all’autodeterminazione. A questo scopo l’istituto di ricerca Demetra di Mestre ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana (eccetto Trentino e Sudtirolo), rilevando i favorevoli e i contrari all’autodeterminazione in generale e poi concretamente per quanto riguarda il Sudtirolo. Ecco i risultati:
Domanda nr. 2
Secondo Lei è giusto che la popolazione di un territorio faccia uso del diritto all’autodeterminazione, decidendo così a quale stato appartenere?
Si sono espressi favorevolmente il 74,2%, mentre hanno risposto negativamente il 23,7% degli intervistati.
Domanda nr. 4
In Provincia di Bolzano molti chiedono di fare uso del diritto all’autodeterminazione. Lei è d’accordo che la popolazione della Provincia di Bolzano decida con un referendum della propria autodeterminazione in modo pacifico e democratico?
In questo caso più specifico e concreto, che riguarderebbe direttamente l’integrità territoriale dell’Italia, la percentuale di favorevoli scende leggermente, attestandosi comunque su un sorprendente 71,8% degli intervistati. È interessante notare come abbiano risposto affermativamente a quest’ultimo quesito il 72,4% degli elettori del centrosinistra, ma anche il 65,6% di quelli del centrodestra, il 64,5% dei centristi e perfino l’80,6% dei «grillini». La base di sostenitori dunque non solo è fortissima ma assolutamente trasversale alle appartenenze politiche.
In uno scenario in cui effettivamente un numero rilevante di cittadini sudtirolesi vorrebbe indire un referendum sul futuro della nostra terra, è fondamentale conoscere anche l’opinione dello stato e della sua popolazione. Secondo i risultati di questo sondaggio i sudtirolesi avrebbero nell’opinione pubblica italiana un forte alleato nella loro richiesta di esercitare il diritto democratico all’autodecisione. Se lo stato centrale si opponesse alla celebrazione di una consultazione lo farebbe, con ogni probabilità, contro la volontà largamente maggioritaria del popolo italiano, detentore della sovranità.
Difficilmente immaginabile anche che i politici italiani, incluso il parlamento, potrebbero opporsi ad oltranza al diritto di autodecisione contro una volontà talmente marcata del proprio elettorato oltre che eventualmente a quella della popolazione interessata, sempre che vi fosse una forte pressione politica in tal senso.
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