Come rendono noto gli Schützen, un autotrasportatore sudtirolese sarebbe stato multato dalla polizia stradale di Pordenone per aver presentato un contratto di lavoro redatto in lingua tedesca durante un normale controllo. Nemmeno l’invio, entro trenta minuti, di una traduzione (non dovuta!) in lingua italiana avrebbe convinto gli agenti a desistere dal loro intento chiaramente discriminatorio e probabilmente in contrasto con la normativa europea.
Di per sé si tratta di un tipico (ma non per questo accettabile) sopruso degno di uno stato nazionale, incapace per definizione di valorizzare le diversità linguistiche e culturali, e tendente all’accentramento e all’assimilazione. Ciò che rende veramente indignante questo caso, però, è che il prefetto avrebbe respinto il ricorso presentato immediatamente dal trasportatore, avallando dunque l’azione discriminatoria.
Sconvolgente inoltre che il fatto increscioso si sia verificato in Friuli-Venezia Giulia, dove il tedesco (molto teoricamente) sarebbe lingua ufficiale.
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