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Autodeterminazione, opposizione di sinistra «inconcepibile».

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Poco tempo fa Izquierda Unida («sinistra unita», IU), federazione delle sinistre spagnole, aveva firmato un accordo con i verdi catalani (ICV), nel quale si impegnava a riconoscere il diritto di autodeterminazione dei catalani. Ora Alberto Garzón (IU), il deputato più giovane del Congresso di Madrid, all’emittente radiofonica catalana RAC1 ha rilasciato un’intervista che agli esponenti della sinistra italiana e sudtirolese non farebbe certo male ascoltare.

Trascrizione in italiano di :

Oggi intervistiamo il deputato più giovane del Congresso dei Deputati, ha solo 27 anni e ha fatto parte del movimento degli ’Indignados’. È economista e portavoce nelle commissioni delle finanze, dell’economia e del bilancio, è membro della commissione esecutiva federale di Izquierda Unida, ha pubblicato diversi libri, tra i quali spicca «La Gran Estafa» [«La Grande Truffa»], arrivato alla quarta edizione a quattro mesi dalla sua prima pubblicazione. Quindi, Alberto Garzón, buon giorno…

Buon giorno.

Fino a un 54% degli elettori di Rubalcaba [cioè del Partito Socialista spagnolo PSOE] accetterebbe un referendum impegnativo [sull’indipendenza della Catalogna].

Effettivamente, e questo è ciò che si manifesta anche nell’opinione degli stessi deputati. Non si tratta solamente della questione del ’diritto a decidere’, io credo che il PSOE sia spaccato ideologicamente lungo molti assi, non solo quello del ’diritto a decidere’, ma anche sul ruolo [della Spagna] in Europa e un altro sarebbero i «dispositivi ideologici» che si scontrano e che fanno in modo che quel partito stia come sta, in una crisi interna molto profonda.
Però da parte nostra intendiamo che sia inconcepibile a partire dalle coordinate ideologiche della sinistra impedire che un popolo, che dei cittadini, che una parte della società  possa votare liberamente, semplicemente esercitare un diritto democratico. Questo è inconcepibile, che qualcuno da sinistra vi si possa opporre; comprendiamo che il PP e UPyD lo facciano, perché secondo noi hanno tratti chiaramente autoritari, e capiamo che questa sia la loro opinione, che combatteremo, mentre non capiamo e non si può capire un Partito Socialista […] che si oppone frontalmente alla decisione democratica di un popolo, di un qualsiasi settore della cittadinanza.

Che cosa dovrebbe fare la Catalogna se dalla Spagna ci si dice «non potete fare il referendum»?

Io credo che in Catalogna si debba capire che dall’altra parte non siamo di fronte a un’antitesi né a una contrapposizione talmente viscerale o talmente manichea. Io credo che la stessa inchiesta che oggi pubblicava [il quotidiano] «El Periódico» lo mette in evidenza… quasi un 50% [dei cittadini] dello stato spagnolo è d’accordo con il ’diritto a decidere’, col fatto che la Catalogna possa esercitare questo diritto. Quindi non sono posizioni talmente contrapposte. Credo che si debba cooperare e ci sia bisogno di dialogo, ma un dialogo da posizioni, diciamo, razionali e ’argomentate’, tranquille, e non evidentemente a partire dall’estremismo che può essere per esempio quello di partiti [centralisti] come il PP e UPyD.

Però non ti parrebbe giusto che se da parte dello stato si dice «non potete fare il referendum» qui si opti per [dire] «ascoltate, questo è un diritto democratico e lo faremo ugualmente»? Non ti parrebbe corretto questo?

Sì, mi parrebbe giusto, evidentemente… sì, perché stiamo parlando di un esercizio democratico legittimo e davanti a un’opposizione che fosse — come dicevo prima — viscerale e aggressiva, perfino violenta nei termini, da parte di un Partito Popolare che si nasconde dietro alla costituzione, in più una costituzione che noi impugnamo, perché è un’eredità  del 1978, di una transizione che troviamo decadente, superata… e che si debba costruire un processo costituente, evidentemente non saremmo assolutamente in disaccordo con l’indizione di un referendum nonostante l’opposizione del Partito Popolare e del governo.

È probabile che anche in Italia vi siano posizioni simili per quanto riguarda l’indipendenza del Sudtirolo. Finché però l’opposizione a un processo richiesto da un numero sempre maggiore di cittadini viene dall’interno, perfino dal partito di maggioranza, né i partiti né il governo né i cittadini dello stato italiano ci daranno mai una risposta.



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