Secondo quanto riferisce il quotidiano A. Adige, il procuratore Guido Rispoli starebbe per archiviare le indagini avviate nei confronti di otto funzionari provinciali in relazione alla questione dei cartelli di montagna.
Pur sottolineando che non c’è stato dolo intenzionale di danno, il procuratore ha confermato che è stata in atto «una sorta di “pulizia etnica” della micro toponomastica italiana».
Fonte: A. Adige.
Se evidentemente non sussiste il reato, le parole del procuratore suonano come una condanna extragiudiziaria. Ma, a prescindere da ciò, fa letteralmente paura la terminologia usata. Rispoli, da giurista, dovrebbe sapere che cos’è la pulizia etnica:
[Ethnic cleansing …] is a purposeful policy designed by one ethnic or religious group to remove by violent and terror-inspiring means the civilian population of another ethnic or religious group from certain geographic areas.
Fonte: Report of the Commission of Experts Established Pursuant to United Nations Security Council Resolution 780 (1992), May 27, 1994
E allora, ammesso che la citazione dell’A. Adige sia corretta, delle due l’una: o Rispoli non sa che cosa sia la pulizia etnica — o ne conosce il significato ma fa un uso coscientemente errato del concetto. Non so quale delle due opzioni sia più preoccupante.
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